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La sedimentazione primaria chimicamente assistita (CAPS) per il trattamento delle acque reflue urbane
La sedimentazione primaria chimicamente assistita è quel processo noto in letteratura scientifica con l’acronimo CAPS (chemically assisted primary sedimentation) o anche CEPT (chemically enhanced primary treatment). È un processo di natura chimico-fisica in cui l’aggiunta di un reattivo chimico al refluo urbano da trattare consente di ottenere un incremento del rendimento depurativo della sedimentazione primaria senza interferire in modo significativo sul funzionamento del trattamento biologico successivo. Le rimozioni percentuali dovute all’applicazione della CAPS su un refluo urbano sono del 60-90% per ciò che riguarda i SST, del 40-80% per il BOD, del 30-70% per il COD, del 65-95% per il fosforo e del 80-90% per i batteri. La semplice sedimentazione primaria, invece, consente la rimozione del 50-70% dei SST, del 25-40% del BOD, del 5-10% del fosforo e del 50-60% dei patogeni. L’applicazione della CAPS rientra tra le possibili tecniche di upgrading di un impianto di depurazione per reflui urbani ed ha il vantaggio di non comportare la realizzazione di ulteriori modifiche strutturali. I requisiti ottimali per la sua applicazione sono la presenza, in un depuratore per reflui urbani, della sedimentazione primaria e della digestione anaerobica del fango. Gli specifici obiettivi della ricerca sono i seguenti: (1) sperimentare l’uso della CAPS su impianti di trattamento di acque reflue urbane verificandone anche la convenienza economica; (2) definire procedure di scelta del miglior coagulante e del suo dosaggio ottimale; (3) sperimentare l’uso di composti biodegradabili che, a differenza dei sali metallici (come ad esempio il policloruro di alluminio), non provocano accumuli metallici nei digestori (con possibile inibizione della fase metanigena).
Ricercatori coinvolti: Giovanni De Feo, Sabino De Gisi
Impiego della procedura di Life Cycle Assessment (LCA) nella scelta del miglior sistema di gestione dei rifiuti
Descrizione: Un primo obiettivo della ricerca è sperimentare l'impiego della procedura di Life Cycle Assessment (LCA) come strumento di supporto al processo decisionale nella scelta del "miglior" sistema di gestione dei rifiuti in ambito provinciale. Da tempo, infatti, si parla di "provincializzazione" del ciclo dei rifiuti. A tal proposito, tuttavia, esistono pochi studi ed esperienze. La ricerca, pertanto, si propone di dare un contributo "concreto" per colmare questa lacuna. Ciò assume grande importanza se si considera che la Regione Campania vive una fase di gestione emergenziale dei rifiuti dal 1994: il principale motivo di una tale situazione sta proprio nella mancanza di adeguati modelli organizzativi di riferimento. Un secondo obiettivo della ricerca, invece, riguarda i sistemi di raccolta differenziata. Limitando l’attenzione al solo aspetto economico, la progettazione di un corretto sistema di raccolta e trasporto dei rifiuti dovrebbe tendere esclusivamente alla minimizzazione dei costi, contestualmente al raggiungimento dell’obiettivo di ottimizzazione del servizio offerto nei confronti della collettività; ampliando la prospettiva di intervento, l’attenzione deve contemporaneamente focalizzarsi sulle conseguenze ambientali derivanti dalle scelte effettuate o da effettuare sul territorio, secondo un approccio rivolto alla salvaguardia dell’ambiente e alla minimizzazione dei fenomeni di inquinamento. L’impiego delle attrezzature e dei mezzi necessari alla raccolta e al trasporto delle diverse frazioni merceologiche comporta, infatti, l’insorgere di condizioni di impatto legate al consumo di materie prime e di energia per l’espletamento del servizio, che possono essere valutate attraverso l’applicazione di un’idonea procedura di Life Cycle Assessment. L’utilizzo dei mezzi per la raccolta dei rifiuti, l’impiego dei contenitori e delle buste per il conferimento dei differenti materiali, il trasporto agli impianti di trattamento inducono consumi di risorse ed emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente, la cui valutazione quantitativa può essere condotta analizzando l’intero ciclo di vita degli elementi coinvolti nel processo.
Ricercatori coinvolti: Giovanni De Feo, Carmela Malvano
Definizione di nuovi approcci e strumenti nella localizzazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti
Descrizione: Il principale obiettivo della ricerca è definire nuovi approcci metodologici insieme a strumenti operativi che consentano di facilitare lo svolgimento dell’iter procedurale che porta alla scelta dei siti dove costruire impianti per il trattamento e/o lo smaltimento dei rifiuti. Le principali linee di attività sono le seguenti: (1) studio dei criteri localizzativi (escludenti; penalizzanti; preferenziali) presenti nei piani di gestione e nella letteratura scientifica e definizione di nuovi criteri localizzativi; (2) utilizzo delle tecniche di analisi multicriteriale per la gerarchizzazione dei siti; (3) definizione di strumenti di facile utilizzo anche per utenti non tecnici per l’attribuzione dei pesi ai criteri di scelta.
Ricercatori coinvolti: Giovanni De Feo, Sabino De Gisi
Studio del comportamento, delle opinioni e del livello di conoscenza dei cittadini in tema di rifiuti e raccolta differenziata
Descrizione: Lo scopo della ricerca è studiare i comportamenti, le opinioni e la consapevolezza dei cittadini della Regione Campania in tema di rifiuti e raccolta differenziata per mezzo di questionari strutturati. I questionari sottoposti ai cittadini sono tipicamente organizzati in quattro sezioni. La prima parte del questionario contiene domande preliminari utili a definire le caratteristiche sociali dell’intervistato (età, sesso, stato civile, livello di occupazione, istruzione, etc.). La seconda parte consiste in domande per acquisire l’opinione degli intervistati per quanto attiene al sistema di raccolta differenziata adottato. La terza parte è volta a verificare la conoscenza ambientale dei cittadini con particolare riferimento al tema dei rifiuti e della localizzazione degli impianti di trattamento e smaltimento. Infine, la quarta parte consiste in domande tese ad analizzare i principali problemi del sistema di raccolta differenziata. I questionari sono somministrati per mezzo di interviste condotte porta a porta o per strada. I campioni di persone da intervistare sono selezionati in modo da riprodurre perfettamente la popolazione in termini di percentuali maschili e femminili per ogni fascia di età presa in considerazione. Per verificare se le differenze registrate sono statisticamente significative si fa ricorso ad un test chi-quadro di indipendenza. I risultati sono dettagliatamente analizzati con riferimento a diverse chiavi sociali (età, livello di istruzione, professione, ecc.) allo scopo di definire le più appropriate campagne di sensibilizzazione.
Ricercatori coinvolti: Giovanni De Feo, Sabino De Gisi
Studio delle tecnologie delle acque e delle acque reflue nelle antiche civiltà
Descrizione: La ricerca nasce dalla consapevolezza che dallo studio delle opere di ingegneria delle civiltà antiche si possono trarre importanti spunti per progettare e gestire quelle moderne in maniera sostenibile. L’attività svolta è collegata alle attività del Gruppo Specialistico dell’International Water Association (IWA) sulle Tecnologie delle Acque e delle Acque Reflue nelle Antiche Civiltà. L’attività riguarda, in particolare, le seguenti opere di epoca Romana: acquedotto augusteo Serino-Napoli-Miseno; acquedotto Serino-Benevento; acquedotto Avella-Pompei; Piscina Mirabilis a Bacoli (NA); acquedotto e fontana di Helvius a Sant’Egidio del Monte Albino (SA); qanat di Roccarainola (NA); cisterne di Frigento (AV); fullonica di Stephanus a Pompei (NA).
Ricercatori coinvolti: Giovanni De Feo, Sabino De Gisi, Carmela Malvano
DE FEO Giovanni | Responsabile |
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